Dunque, cosa abbiamo qui? Ragazzini rapiti per i loro superpoteri, oscure agenzie governative che conducono esperimenti in clandestinità, outsider appartenenti al versante onesto delle forze dell'ordine che indagano sulle dilaganti stranezze che accadono nella sonnolenta cittadina periferica degli States, aguzzini perversi che intendono salvare il mondo attraverso lo sviluppo di facoltà paranormali nei propri giovanissimi prigionieri, e ovviamente un'oscura forza senza forma che attende nel buio.
Di che serie TV stiamo parlando? Probabilmente la maggior parte di voi dirà Stranger Things, ma non è così. O meglio, è chiaro che l'epopea della misteriosa ragazzina sbucata dal nulla e denominata 11 risponde perfettamente a questo identikit. Ma l'opera in questione è The Institute, omonima trasposizione del romanzo di Stephen King. Un romanzo che -- diciamocelo chiaramente -- è a sua volta trasposizione, interpretazione, versione kinghiana di uno schema tematico che ormai è diventato quasi una cifra iconica: la banda di ragazzi che affronta la perversione di certo mondo cosiddetto adulto al cospetto dell'ignoto.

D'altra parte lo stesso evento televisivo che fu qualche anno fa proprio Stranger Things si caratterizzava come autentico revival di situazioni molto codificate, che non solo il cinema, ma anche lo stesso King andò a disseminare durante tutti gli anni Ottanta.
Una ripresa di peso, un'operazione nostalgia condotta attraverso i moderni mezzi della produzione nei canali del moderno streaming, per riportare quelli come me -- classe 1975 -- ai fasti dell'infanzia e prima adolescenza.

Quindi un vero e proprio gioco a rimbalzo, che parte ormai ben oltre dieci anni fa (se la prima stagione di Stranger Things risale al 2016, un film assolutamente rappresentativo come Super 8 si attesta addirittura a cinque anni prima) e perdura non solo in questo, ma in una miriade di prodotti che insistono su uno standard ormai diventato classico: bambini, alieni, istituti, e una oscura ed elettrizzante caccia al mostro...
E la cosa continua a piacermi.
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